USA/Svizzera
Premio Balzan 1992 per la matematica
Discorso di ringraziamento – Roma, 18.11.1992
Signor Presidente,
Signori membri della Fondazione Balzan,
Signore e Signori,
Trentacinque anni or sono, il Presidente dell’Unione Internazionale dei Matematici, incaricato di consegnare due medaglie Fields, ricordò che tradizionalmente esse vengono attribuite a giovani matematici, come riconoscimento dei loro lavori, certo, ma anche come incoraggiamento per i loro adempimenti futuri. Egli aggiunse poi che un amico aveva sottolineato il fatto che, nell’attuale situazione delle scienze matematiche, sono piuttosto i vecchi a dover essere incoraggiati, più che i giovani!
Con il passare degli anni, questa osservazione mi sembrò sempre più pertinente; altresì è per due ragioni che ho apprezzato profondamente il grande onore che mi si è reso. Certamente esso costituisce una testimonianza preziosa di apprezzamento scientifico per i miei lavori, ma voglio scorgervi pure un incoraggiamento a proseguire anziché contemplarli con maggiore o minore compiacimento. Vorrei anche condividere questo onore con questa disciplina piuttosto misteriosa alla quale appartengono i miei lavori, le scienze matematiche oppure la matematica pura.
La matematica è una costruzione intellettuale gigantesca, difficile, se non impossibile, da affrontare nel suo insieme. Qualche volta amo paragonarla a un iceberg, trovando che, come quest’ultimo, essa comprende una piccola parte visibile e una grande parte invisibile. Per visibile intendo ciò che è percepito dal mondo esterno, dalle tecnologie, dalla fisica, dalle scienze naturali, dall’astronomia, dall’informatica, ecc. e la cui utilità e giustificazione sociale sono fuori discussione. I problemi pratici sono stati senza dubbio nell’antichità all’origine stessa delle scienze matematiche. Ne! frattempo, mentre questa disciplina si sviluppava, essa conquistava una vita autonoma e i matematici si sono sempre più interessati a problemi puramente matematici , senza preoccuparsi necessariamente delle applicazioni al di là delle scienze matematiche stesse. E’ la parte invisibile, cioè invisibile o tuttavia difficilmente afferrabile dal non-matematico, la matematica pura.
Non si può dire che queste ricerche non avranno delle applicazioni esterne. L’esperienza dimostra al contrario, e sempre più frequentemente, che anche le parti più astratte delle scienze matematiche trovano di tanto in tanto applicazioni spesso totalmente impreviste. Ma esse non preoccupano in generale il matematico puro, che opera in un mondo di forme intellettuali, con le proprie leggi e le proprie direttive interne, e che spesso è guidato da criteri di natura estetica. Nel clima economico attuale, è facile per gli organismi incaricati di finanziare la ricerca ignorare o prestare poca attenzione a questa speculazione intellettuale apparentemente gratuita che, anche se percepita, sembra essere un lusso, per dare priorità alla parte visibile, applicata, dalla quale si può ottenere un profitto concreto a breve scadenza. Anche come matematico puro sono riconoscente alla Fondazione Balzan per l’interesse costante che dimostra verso una disciplina così esoterica, poco chiara, così inaccessibile al non addetto ai lavori: interesse sottolineato non solo dal premio che ricevo oggi, ma anche da quelli attribuiti ai miei due predecessori in matematica e amici di lunga data, Enrico Bombieri e Jean-Pierre Serre.
Questa attività ha costituito, e costituisce tuttora, sia la mia professione che il mio hobby preferito. Gli sviluppi derivanti dalla mia attività, la scelta delle materie di studio, sono state influenzate da entrambi questi miei modi di vederla, punti di vista del resta spesso non chiaramente distinguibili. Più volte sono stato guidato da un istinto architettonico nella costruzione di questo edificio, al quale aggiungiamo senza interruzioni nuovi piani o nuove ali, o rinnoviamo a volte parti già costruite perché abbiamo la sensazione che queste modifiche avrebbero dovuto essere studiate prima, per aprire delle nuove prospettive o per stabilire basi per costruzioni future. Questo è il punto di vista professionale al quale si è spesso aggiunto il lato piacevole perché proprio questi problemi erano appunto quelli che mi attiravano maggiormente. Altre volte, tuttavia, non avrei potuto invocare tali motivi, essendo stato mosso semplicemente dalla curiosità, dal bisogno di conoscere la risposta all’enigma, importante o meno che fosse in un contesto più generale. C’era comunque una speranza che questi lavori formassero nel loro insieme un utile apporto alla matematica. Con il conferimento di questo premio, il Comitato ne ha data la prova, affermando anche I’importanza del loro dominio. Riceverlo da un Comitato che esamina e riconosce contributi così svariati alla cultura e alle scienze rappresenta per me, non lo nascondo, una grandissima soddisfazione.