Argentina
Jorge Luis Borges
Premio Balzan 1980 per la filologia, la linguistica e la critica letteraria
Nato a Buenos Aires nel 1899 (†1986) è unanimemente considerato non solo il maggiore esponente della letteratura ibero-americana, ma una delle personalità di più alto rilievo della cultura letteraria mondiale.
La lunga meditazione sulle lingue, sui testi e sulle filosofie di ogni civiltà, fanno di Borges un erudito e un filologo di eccezione il quale convoglia sia nei versi, sia nella prosa narrativa e saggistica, l’incessante suo colloquio con i grandi pensatori religiosi di ogni tempo, con i poeti arabi e cinesi, con i filosofi tedeschi e francesi, con i mistici orientali, con Omero e con Dante, con Shakespeare e Swedenborg, con Eraclito e Pascal, con Flaubert e Whitman, con gli gnostici e con Sant’Agostino. Malgrado gli anni Borges continua a coltivare la sua ultima passione linguistica e filologica: quella delle letterature germaniche medioevali e delle saghe sassoni e scandinave.
La libertà di pensiero e di espressione strenuamente professata da Borges lo resero inviso ad alcune culture dominanti degli ultimi anni, per cui il suo atteggiamento di assoluta indipendenza e libertà spirituali è stato costantemente travisato fino ad appannare la sua stupenda figura di creatore di intelligenza.
L’opera di Borges, in definitiva, è tutta una costante e originale ricerca, dalla quale esulano il metodo, il rigore, il sistema, ma dove l’intuizione trionfa e getta la sua luce su un universo sospeso tra la norma e l’assurdo, tra l’ordine e il caos; il cui riscatto, sia pure parziale, dall’incomprensibile è unicamente confidato all’uomo.