Regno Unito
Martin Litchfield West
Premio Balzan 2000 per l'antichità classica
Nato nel 1937 (†2015), Senior Research Fellow all’All Souls College di Oxford, West è considerato uno dei maggiori filologi classici del mondo.
Magistrali le sue edizioni critiche: ha pubblicato e commentato le opere di Esiodo, i lirici greci, i poemi orfici, tutte le tragedie di Eschilo. Il suo libro La filosofia greca arcaica e l’Oriente (edizione italiana Il Mulino, 1993) porta un contributo decisivo e di grande equilibrio al secolare dibattito sulla “originalità” e sui debiti della cultura greca. Fondamentali anche i suoi studi sulla musica greca antica.
Martin L. West è considerato a buon diritto un insostituibile, anzi addirittura unico rappresentante della grecistica contemporanea. Egli associa alle tecniche e ai metodi della filologia tradizionale ricerche che vanno ben oltre i confini della disciplina specifica.
West padroneggia la difficile attività di editore e commentatore di testi soggetti a pesanti e in parte irrimediabili danni nella trasmissione manoscritta, con un virtuosismo pari alla produttività.
Il mondo accademico deve a lui nuove edizioni delle opere didascaliche di Esiodo, larghi squarci di generi minori, giunti a noi frammentariamente (elegie e giambi), nonché delle tragedie di Eschilo e dell’Iliade. Come nessun altro egli possiede il mestiere dell’editare (raccolta e ordinamento dei codici, restaurazione e delucidazione di punti corrotti o difficili, tramite passi paralleli), grazie a una formidabile cultura e alla capacità di trovare nessi che conducono a soluzioni ogni volta stupefacenti.
L’attività di commentatore di West si sviluppa sulla base delle edizioni, sia nelle delucidazioni che accompagnano il testo, sia in raccolte di studi pubblicate a sé. I commenti di West alla Teogonia e alle Opere e i Giorni di Esiodo (VII secolo a.C.) si distinguono per precisione, affidabilità e molteplicità dei punti di vista. Esse sono diventate subito opere di riferimento indispensabili per chiunque si occupi di poesia greca antica. Altrettanto rivoluzionaria è stata l’inclusione di fonti antico-orientali disponibili soltanto da poco tempo; l’esemplare raccolta di letteratura sapienzale di provenienza sumerica, accadica, egizia e antico-testamentaria dà alle Opere e i Giorni un’impronta assolutamente peculiare.
Per il testo di Eschilo – il più arduo dei classici greci – West ha svolto eccellenti ricerche su questioni grammaticali e ortografiche. Il suo libro sui Poemi orfici unisce a una spettacolare padronanza del materiale la volontà ferrea di rendere un “insidioso pantano” accettabile per la tradizione filologica.
West è sempre pronto a fare il miglior uso dei papiri ritrovati. La sua edizione dell’Iliade fornisce una profusione di varianti testuali che si incardinano in questo materiale. Un papiro di Colonia, assai noto nel mondo accademico, grazie all’abilità combinatoriale di West, si è dimostrato essere opera del polemico poeta greco arcaico Archiloco.
Se da un lato West, come critico testuale tanto severo quanto coraggioso, si guadagna le più alte lodi, ancor più degne di riconoscimento sono le teste di ponte da lui lanciate verso l’antico Oriente. La nostra conoscenza delle antiche culture dell’Asia Minore e del Vicino Oriente è cresciuta notevolmente nel corso degli ultimi decenni, e West ne ha tratto le conseguenze: ha appreso l’ebraico, l’accadico, l’ittita, e ha letto testi composti in queste lingue, per riuscire a risolvere una questione dibattuta fin dall’età romantica: se i greci abbiano realmente prodotto la loro cultura praticamente dal nulla, come ritenuto da più parti, o se siano stati raggiunti da larghe correnti di influssi orientali in epoca preletteraria, o di letteratura arcaica. West ha dato un rendiconto delle sue ricerche in questo campo – a partire dai suoi primi tentativi di commento a Esiodo in poi – in due libri: Early Greek Philosophy and the Orient, 1971 [La filosofia greca arcaica e l’Oriente]; The East Face of Helicon – West Asiatic Elements in Greek Poetry and Myth, 1997. [Il lato orientale dell’Elicona – elementi asiatici occidentali nella poesia e nel mito greci].
Soprattutto la seconda opera, grazie a innumerevoli paralleli di contenuto e di stile, ha chiarito, con prove finora ineguagliate, un’area oscura e irta di ipotesi. Ha gettato, al contempo, ampie fondamenta, sulle quali la ricerca futura potrà costruire.
Le due aree principali a cui abbiamo accennato non esauriscono punto i campi di ricerca a cui si è estesa l’attività di West: rimane di particolare rilevanza la sua opera di largo respiro sulla musica greca: opera che tocca, con la consueta magistrale autorevolezza, in tutti i suoi aspetti una materia estremamente difficile.