Regno Unito/Australia
Premio Balzan 1998 per la biodiversità
Discorso di ringraziamento – Roma, 23.11.1998
Signor Presidente,
Membri della Fondazione Balzan,
Signore e Signori,
Sono particolarmente lieto che una materia importante come la biodiversità sia stata scelta nel 1998 dalla Fondazione Balzan e mi sento profondamente onorato di ricevere il premio conferitomi. Accetto ben consapevole di rappresentare simbolicamente i numerosi scienziati — molti dei quali amici e colleghi — che in questi ultimi anni hanno notevolmente migliorato le nostre conoscenze sulle cause e sulle conseguenze della diversità biologica.
Biodiversità è una parola recente. Indica lo studio delle ricchezze della natura sotto ogni aspetto: dalla diversità genetica (la materia prima sulla quale si volge il processo evolutivo) fino alla diversità degli ecosistemi nel nostro pianeta. In particolare questa materia si occupa del numero delle specie viventi oggi, del grado con cui sta aumentando l’estinzione di piante e animali, e delle ragioni per le quali noi tutti dovremmo preoccuparci per il venir meno della biodiversità.
Ho iniziato a occuparmi di ecologia e di biodiversità nei primi anni settanta, periodo storicamente interessante per la materia. In precedenza le ricerche in quest’ambito si basavano in larga misura sulla descrizione e sull’osservazione. Nel terzo quarto di questo secolo, a opera di Evelyn Hutchinson e Robert Mac Arthur (a loro volta illuminati dagli studi condotti in passato dal grande matematico italiano Vito Volterra e da altri), si iniziò ad affrontare le questioni centrali in termini più analitici e quasi simili a quelli della fisica. Come può la struttura della rete che interagisce fra le specie danneggiare la loro capacità di reagire agli elementi negativi o di resistere alla loro invasione? Quali fattori determinano la varietà tipologica delle specie osservate, la loro abbondanza, rarità o diffusione? Per quale motivo esistono circa 700 specie di uccelli che si riproducono n Nord America e invece circa 200 in Gran Bretagna? Più in generale, cosa determina il numero delle specie presenti nei vari luoghi? Infine, quali sono le cause e le conseguenze della biodiversità? Per una circostanza fortunata ho applicato a questi problemi, e proprio nel momento giusto, il metodo analitico della fisica teorica, insegnato nell’Università di Sydney dallo svizzero Robert Schafroth, ultimo degli assistenti di Wolfgang Pauli a Zurigo.
Con la collaborazione di molti altri scienziati, questo metodo ha portato, tra l’altro, a trovare numerosi sistemi di calcolo del numero delle specie di piante e animali viventi al giorno d’oggi. Secondo una mia valutazione sono dai 5 ai 15 milioni, diversamente dal milione e mezzo di specie finora classificate nominativamente, numero però che presenta un’approssimazione di circa il 10%, dal momento che per la maggior parte di specie mancano i dati di base essenziali. Nonostante gli sforzi dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e di altre organizzazioni, abbiamo bisogno di maggiori risorse da dedicare al compito fondamentale che ci attende:
quello di coordinare tutte le informazioni tassonomiche in nostro possesso e di ricercare metodi innovativi per accelerare l’identificazione di ciò che ancora è sconosciuto.
Altri studi analitici indicano come l’attuale tasso di estinzione delle specie sia superiore di circa mille volte a quello medio dell’età fossile e con ogni probabilità è destinato ad aumentare ulteriormente nel prossimo secolo. Ciò significa che siamo alla soglia di una sesta grande estinzione nel ciclo della vita terrestre. Un aspetto amaro di questa constatazione è che abbiamo sempre più bisogno di nuovi metodi conoscitivi per sapere quali specie dobbiamo cercare di salvare: un “calcolo di biodiversità” che ci costringerà ad operare scelte sofferte.
Argomenti di questo tipo – penso riguardano tutti noi. Ma il lavoro, per essere efficace, deve basarsi su un’accurata conoscenza scientifica delle cause sottostanti nascoste e delle probabili conseguenze della perdita di biodiversità. Sono molto orgoglioso perciò di ricevere il Premio Balzan come riconoscimento alla fondamentale importanza della biodiversità.