Discorso di ringraziamento – Berna, 19.11.1993

USA/Germania

Wolfgang H. Berger

Premio Balzan 1993 per la paleontologia, con particolare riferimento all’oceanografia

Per le sue ricerche di avanguardia nel campo della paleoceanografia sviluppate utilizzando metodi micropaleontologici per decifrare la storia geologica dei nostri oceani e le sue implicazioni climatiche.

Signor Consigliere Federale Cotti,
Membri della Fondazione Balzan,
Signore e Signori:

La Fondazione Balzan, scegliendo un paleontologo che studia gli oceani (cioè un navigatore che raccoglie fossili), riconosce uno dei rami più giovani delle scienze geologiche, la disciplina della paleoceanografia. Sono molto onorato di essere stato scelto a rappresentare di fronte a voi questa disciplina.
La paleoceanografia studia la storia degli oceani profondi, principalmente dai resti dei microscopici organismi trovati nei fondali marini. La Paleoceanografia iniziò circa 70 anni fa con la famosa spedizione METEOR nel 1925-27 che attraversò in lungo e in largo l’Atlantico centrale e meridionale, raccogliendo (fra le altre cose) delle piccole serie di sedimenti marini in tubi di acciaio calati su di un filo metallico nel fondo del mare. Nel 1935, il geologo tedesco Wolfgang Schott dimostrò che questi sedimenti fornivano informazioni sulla temperatura calda e fredda delle acque superficiali dell’oceano. Questa scoperta aprì la via alla possibilità di studiare il contrasto tra l’oceano glaciale e quello dei nostri giorni. La questione di come l’oceano risponda alle fluttuazioni delle condizioni climatiche su una scala da 10.000 a 1.000.000 di anni (corrispondente alla scala dell’evoluzione della specie umana) rimaneva tuttavia irrisolta. Oscillazioni climatiche su larga scala sono state a lungo documentate sulla terra ferma da morene e da altre testimonianze delle glaciazioni passate. All’inizio degli anni ’40 i geologi americani M. N. Bramlette e W. H. Bradley hanno rilevato dai nuclei dell’Atlantico del Nord la prova dell’esistenza dei cicli glaciali. L’importante varco in questo campo si aprì 1O anni dopo grazie alla Spedizione svedese di alto mare intorno al mondo (1947-1949). Questa spedizione utilizzò un nuovo tipo di strumento in grado di recuperare delle serie di sedimenti, lunghi anche circa 7 metri. Improvvisamente si poterono investigare centinaia di migliaia di anni di fluttuazioni climatiche, e i loro effetti sulla vita nell’’oceano.
I geologi, studiando i sedimenti raccolti da questa spedizione, sono diventati i fondatori della paleoceanografia. Sono davvero privilegiato di conoscere questi studiosi in qualità di maestri, colleghi e amici: Gustaf Arrhenius, Cesare Emiliani, Eric Olausson, Frances Parker, Fred Phleger. Tutti noi che operiamo in questo campo usiamo gli schemi concettuali da loro introdotti che riguardano i controlli della produttività oceanica e del budget calorico nell’oceano, della natura dei cicli climatici, e dell’uso dei fossili nel decifrare i messaggi dal fondo del mare. Il successivo grande passo in avanti nella nostra scienza avvenne ancora con un’altra nave: il GLOMAR Challenger, un vascello-sonda equipaggiato in modo speciale per ottenere approfondite informazioni sulle memorie degli oceani, molti milioni di anni addietro. Inizialmente il vascello iniziò (nel 1968) a provare la (allora) nuova teoria sull’espansione del fondo del mare.
Comunque, divenne subito evidente che i sedimenti penetrati attraverso la sonda costituiscono uno scrigno prezioso di informazioni sui cambiamenti climatici e geochimici dell’oceano. Attraverso i fossili presenti in questi sedimenti, siamo stati in grado di riconoscere i principali passi dello sviluppo oceanico e climatico da un pianeta tiepido ad uno con vette di ghiaccio
vicino ai poli. Il principale periodo di transizione si ebbe circa 40 milioni di anni fa, con ulteriori importanti momenti circa 23, 14, 6 e 3 milioni di anni fa. Innumerevoli scienziati di molti paesi si dedicarono allo studio di questi modelli, in uno sforzo comunitario internazionale. Sia le sonde che i carotatori a stantuffo sono tuttora in azione, e stiamo ancora imparando a conoscere il ruolo dell’ oceano nel mutamento climatico nel tempo. Inoltre, gli studiosi di paleoceanografia stanno adesso cercando il modo di raccogliere informazioni su scale temporali più brevi, secoli, decadi e persino anni addietro.
La paleoceanografia è diventata parte della grande sfida intellettuale già riconosciuta da Leonardo da Vinci e poi ripresa dai grandi filosofi naturali dell’ultimo secolo: Lamarck, Cuvier, d’Orbigny, Humboldt, Darwin e molti altri – la sfida dell’ esplorazione della storia del pianeta e della vita in esso. La nostra speranza è che raccogliendo maggiori informazioni sul passato, affronteremo il futuro con maggior saggezza.

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